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Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

A poco più di un’ora di auto dalla nostra villa, e precisamente nel comune di Asciano, si trova l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, che merita di essere visitata sia per i capolavori che custodisce sia per la posizione in cui sorge. Adagiata in silenziosa armonia nel paesaggio mozzafiato delle Crete Senesi, fu tra Quattrocento e Cinquecento una delle principali e più influenti sedi monastiche d’Italia. Architettonicamente è un complesso insieme di edifici costruiti tra il XIV e il XVIII secolo.

Il centro dell’abbazia è dato dal chiostro grande, edificato tra il 1426 e il 1443, dove si può ammirare un magnifico ciclo di affreschi, raffigurante la vita di San Benedetto, iniziato da Luca Signorelli (nel 1495) e portato a termine da Antonio Bazzi detto il Sodoma (nel 1505). Le preziose opere costituiscono una delle massime testimonianze della pittura italiana del Rinascimento. Tra le particolarità degli affreschi si segnalano: l’autoritratto del Sodoma nella scena “Come San Benedetto risalda lo capistero che era rotto”; e il ritratto di Luca Signorelli e di due giovanissimi Leonardo e Botticcelli nella scena “Come San Benedetto riceve li due giovinetti romani Mauro e Placido”. Al Sodoma si devono pure gli splendidi affreschi sulle pareti del passaggio che mette in comunicazione il chiostro con la chiesa.

La chiesa, caratterizzata dalle imponenti dimensioni, fu costruita tra il 1400 e il 1417 in stile romanico-gotico ma rinnovata in forme barocche nel 1772 dall’architetto neoclassico Giovanni Antinori. Anche qui sono custodite varie opere d’arte di grande valore. Tra queste spiccano: il coro ligneo intagliato e intarsiato da fra Giovanni da Verona tra il 1503 e il 1505, che rappresenta uno dei più importanti esempi di opere d’intarsio al mondo; la tela raffigurante la Natività di Maria di Jacopo Ligozzi (1598); e il pregiato leggio di fra Raffaele da Brescia (1520). Nella parte sud del monastero è collocato il refettorio, decorato con affreschi rappresentanti fatti del Vecchio e Nuovo Testamento, sibille e figure allegoriche, eseguiti da fra Paolo Novelli nel XVII secolo. Di notevole pregio è la tela di Lino Dinetto raffigurante l’Ultima Cena (1948) posta sulla parete di fondo.

La biblioteca fu costruita in stile rinascimentale tra il 1515 e il 1516 su progetto di fra Giovanni da Verona, del quale si conservano anche il candelabro per il cero pasquale e l’armadio intarsiato per i libri corali (1502). L’attuale patrimonio librario (risalente ai secoli XVI – XVIII) proviene dal soppresso Monastero di Santa Maria di Monte Morcino Nuovo di Perugia. Coeva alla biblioteca è la farmacia, dove è conservata un importante collezione di vasi in ceramica del XVI secolo. Invece in quella che fu l’aula capitolare è stato allestito un piccolo museo che raccoglie le testimonianze artistiche del monastero e delle chiese sottoposte alla giurisdizione dell’abate vescovo. Tra le opere più importanti si annoverano: il trecentesco crocifisso ligneo di Montecontieri; il San Bernardino eseguito nella bottega di Francesco di Giorgio; e le due tavole con San Benedetto e un Santo olivetano, realizzate nella bottega di Bartolomeo di David.

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